Nella lontana Cina l’arte medica si andava sviluppando in ambito sacerdotale ma, ben presto, divenendo autonoma. Grande importanza hanno le cosiddette “ossa divinatorie” con formule magiche incise, generalmente, su lamine o scaglie di tartaruga, o su ossa piatte, che si fanno risalire intorno al XV secolo a.C. Il precoce uso della scrittura, sia pure ideografica ma, più rapida della tavoletta mesopotamica, consentirebbe, già nel VI secolo a.C. la raccolta e compilazione di testi medici e di erbari attribuiti, anche essi, al mitico Imperatore Giallo Shen-Nung che, come abbiamo visto, vieta l’uso dei Bian in favore dei più pratici, selettivi e meno traumatizzanti aghi. Vi sarà un reciproco travaso di rapporti fra religione e medicina: così Hua-Tho (115-205 d.C.), grande medico, abilissimo agopuntore che, ad onta della sua barbara uccisione, per essersi assentato dalla corte imperiale senza permesso, viene divinizzato come Dio della medicina.
È certamente la grande trattatistica medica, di cui il primo esempio è costituito, appunto, dal Su-Wen, che tratta dei principi medici e delle cause dei morbi, mentre il secondo, Ling-Chau, o cancello magico, è dedicato all’agopuntura e ad indirizzare la preparazione del medico verso tale tecnica, cui si associa la moxibustione. Tale testo, andato smarrito, è stato recentemente (1974) ritrovato, in una edizione del VII secolo a.C., in una tomba della dinastia Han. Anche quello che sarà conosciuto sotto il nome di Canone medico o Huangdi Nei Jing, compilato nel 275-222 a.C. nel, cosiddetto, periodo dei Regni Combattenti, tratta di agopuntura. Altro testo sarà il Nan Jing o “Classico dei casi difficili” che identifica otto canali straordinari e riporta il caso del malato in coma guarito, appunto, con agopuntura e moxibustione.
Allorché si centralizza su di un sistema terapeutico-diagnostico, con ritorno terapeutico, lo studio delle affezioni umane (e non solo umane in quanto precoce è, forse, l’applicazione agli animali), si moltiplicano le segnalazioni e gli apporti. Così si allarga e razionalizza la teoria dei flussi energetici circolanti in ogni organismo vivente che si scompensano allorché avviene un restringimento od ostruzione di un “jinluo”, o canale, da cui scompenso energetico. L’infissione degli aghi consentirà il ristabilimento della circolazione energetica con la conseguente guarigione. Gioverà, altresì, oltre alla schematizzazione, favorita non solo da disegni e tavole ma, anche, da modelli umani in avorio o bronzo sui quali allenarsi, conservati nei vari conventi ove il medico si forma. La mappatura del corpo umano e del concetto di equilibrio fra le due energie dello Yang maschile e dell’Yn femminile, sovente contrapposte ma anche integrantesi, con tutta una serie di possibilità intermedie, supera già, in un certo modo, il più semplice concetto della contrapposizione del male e del bene. Da una parte il concetto della ruota energetica, dall’altro la ruota dei cinque elementi naturali cui corrispondono i cinque visceri fondamentali: fegato, sede dell’anima; cuore, ove risiede la felicità; milza, sede del pensiero; polmoni, in cui si annidano i dispiaceri; reni, ove si genera la paura. Anche per il dolore vengono descritti cinque tipi. Impera una aurea massima: laddove duole, ivi pungi!
Dell’agopuntura si tramandano cose bellissime, come l’impiego al fine di sopprimere il dolore operatorio e cose tremende ma, sempre significative dal punto di vista medico, come l’applicazione del carnefice che se ne serve nei condan- nati per scarnificare completamente gli arti, lasciando integri solo vasi e nervi, o le eviscerazioni, seguite dalle ricuciture addominali, ripetute il più a lungo possibile a monito degli spettatori! La terapia si propone i seguenti cinque punti: curare lo spirito, alimentare il corpo, somministrare le me- dicine, trattare l’organismo come un tutto unico, applicare l’agopuntura e la moxibustione. Diffusa ampiamente in tutto l’Oriente si era affacciata più volte in Europa senza, tuttavia, influenzare il pensiero dei medici occidentali. Forse, però, dalla moxibustione derivò, almeno in parte, l’uso arabo del cauterio delicato. Quanto ai rimedi, specie vegetali, si passa dai 365 elencati nel primo erbario, attribuito all’ Imperatore Giallo, ai 730 del successivo in quattro volumi ed ai 1871 del più tardo trattato. Siamo debitori ai cinesi, oltre che per la radice di China, per la canfora e l’efedrina.