La stimolazione percutanea del campo recettoriale del nervo periferico (PFNS) è un sistema diverso. Qui l’elettrodo viene posizionato nel tessuto sottocutaneo, senza relazione diretta con un particolare nervo periferico. Una delle prime applicazioni di questo metodo è stata la stimolazione dell’area del nervo grande occipitale, nel trattamento della cefalea cronica e nella cefalea a grappolo cronica. La PFNS consente di coprire un vuoto terapeutico nell’uso della neuromodulazione per il trattamento del dolore. Questa modalità di stimolazione, infatti, consente di coprire aree difficilmente trattabili con la SCS. Le prime pubblicazioni sull’uso della PFNS, infatti, descrivono pazienti trattati per dolore addominale cronico. Successivamente, sono stati pubblicati studi nel trattamento del dolore toracico cronico, della lombalgia cronica, della Failed Back Surgery Syndrome (FBSS) e del dolore originato dalle articolazioni sacro-iliache. Uno studio multicentrico retrospettivo su 111 pazienti trattati con PNFS affetti da lombalgia cronica, FBSS, dolori cervicali, nevralgia postherpetica, cefalea tensiva, nevralgia del trigemino e dolore toracico, ha dimostrato che il migliore risultato è stato ottenuto nei pazienti con dolori dorsali, mentre il minor grado di analgesia è stato osservato nei pazienti con cefalea tensiva. Il valore medio dell’intensità del dolore con la stimolazione è passato da 8,2 a 4,0. Anche l’utilizzo medio dei farmaci analgesici è risultato significativamente inferiore . Un recente studio prospettico multicentrico su 118 pazienti sottoposti a PFNS per lombalgia cronica ha mostrato risultati simili. È interessante notare che il sollievo dal dolore mediante l’uso della TENS non sembra essere un fattore predittivo per il successo della PFNS. I vantaggi della PFNS sono rappresentati dal fatto che essa è meno invasiva rispetto alla SCS e che offre la possibilità di trattare sindromi dolorose poco responsive a quest’ultima.