Recovery Plan in arrivo. Su medicina di famiglia, ospedali e digitalizzazione le principali novità: ecco quali…

Dal sito “Doctor33“:

Il medico di famiglia integrato nelle case di comunità e non più sparso sul territorio con compiti definiti dalla direzione aziendale. Sarebbe lui al centro del nuovo progetto di riordino delle cure primarie previsto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che, dopo un passaggio in parlamento lunedì, sarà approvato dal Consiglio dei ministri e di lì prenderà il largo per Bruxelles e la commissione dell’Unione europea. 

Il premier Mario Draghi si è limitato ad evocare un’imminente “ristrutturazione” della medicina del territorio grazie al Recovery Plan. Che, una volta approvato, dovrebbe portare 70 miliardi di prestiti europei a fondo perduto e 122,6 miliardi di prestiti veri a tassi di interesse più accessibili di quelli che lo stato otterrebbe finanziandosi in Italia con Bot e Cct. Ma alla fine i quattrini da spendere per ricostruire il paese dovrebbero sfiorare i 250 miliardi. Infatti, vanno aggiunti 13,5 miliardi di un secondo fondo europeo, React, e 1,5 di un terzo fondo, il Just Transition Fund più 31,5 miliardi dal fondo complementare per le attività aggiuntive che dovrebbe mettere lo stato con risorse italiane a partire dal prossimo decreto imprese, previo ok delle camere allo scostamento di bilancio e al Documento di programmazione economica-Def. 
La riforma della medicina di famiglia è al centro della missione Salute, una delle sei del Recovery Plan o Pnrr, che originariamente era finanziata per 20 miliardi e ora lo è per soli 15. Di quelle risorse, poco meno di metà andrebbe alle case di comunità, dove sarà destinata gran parte dei medici di famiglia secondo alcune controverse letture, nonché all’assistenza domiciliare ed allo sviluppo di luoghi di cura intermedi come gli ospedali di comunità; la parte restante andrebbe a ristrutturare gli ospedali, acquisire nuovi strumenti, digitalizzare il fascicolo sanitario e i flussi di dati sanitari, valorizzare la ricerca biomedica e creare un “ecosistema innovativo della salute”. Il Piano prevede un regolamento preliminare e un action plan entro il 2022, quindi entro il 2026 una Casa della comunitaÌ ogni 24.500 abitanti, 2.564 nuove Case in tutto per prendere in carico 8 milioni circa di pazienti cronici mono-patologici e 5 milioni circa di pazienti cronici multi- patologici in modo omogeneo sul territorio nazionale grazie ad équipe multiprofessionali e interdisciplinari che seguono percorsi integrati. C’è dubbio se scomparirà il medico di famiglia “single” in autonoma organizzazione a vantaggio di un “Ufficio del medico di medicina generale”, come si va dicendo, o di figure dipendenti di tipo ospedaliero che ruotano tra loro H24 nella casa di comunità. 

Nell’insieme del Pnrr in questi giorni sono aumentate tre cose: l’investimento, il numero di pagine del documento governativo e il rapporto tra vecchi e nuovi progetti finanziati a vantaggio di questi ultimi. Il documento di 160 pagine che ancora figura nei siti parlamentari sarebbe raddoppiato in Cdm, suddiviso in 16 componenti raggruppate nelle sei missioni che in ordine di finanziamento sono: rivoluzione verde e transizione ecologica per 57 miliardi di cui 34,6 di nuovi progetti; digitale, innovazione, competitività e cultura per 42,55 miliardi (38,25 di nuovi progetti); istruzione e ricerca 31,88 miliardi (24,1 di nuovi progetti); infrastrutture e mobilità sostenibile 25,33 miliardi (14 di nuovi progetti); inclusione e coesione sociale 19,1 miliardi (14,82 le novità); e infine salute 15,63 miliardi (12,65 nuovi progetti). In tutto 191,5 miliardi di cui quasi 150 dirottati al “nuovo”. In particolare, sarebbero transitati ai nuovi progetti circa 15 miliardi tra cui i treni ad alta velocità al Sud. Altra importante annotazione, ci vorranno almeno cinque riforme per portare a regime le sei missioni: è probabile parta per prima quella del Fisco come chiesto dai ministri finanziari di area Euro, quindi toccherà a concorrenza e semplificazione, infine a giustizia e pubblica amministrazione. Delle sedici componenti della nostra “spesa in Europa”, le più finanziate saranno la transizione 4.0 per le imprese, da 24 miliardi, la scuola destinataria di 10,7 miliardi, il digitale con 10 miliardi, la ricerca con 8,5. Si dovrebbe invece ridurre, per tornare alla salute, il budget delle case di comunità inizialmente previsto per 4 miliardi. 

Mauro Miserendino

Author Info

MM

No Comments

Comments are closed.