Sebbene conosciuta ed usata con finalità chirurgiche da circa 60 anni, prevalentemente per la terapia della nevralgia trigeminale ed interventi neuroablativi per il trattamento del dolore, solo recentemente ha conosciuto un’ampia diffusione. La radiofrequenza si basa sull’applicazione di onde radio ad un elettrodo che per questo si riscalda e produce l’effetto desideraro, in genere coagulando o “bruciando” il tessuto. Più recentemente è entrata nell’uso la radiofrequenza pulsata, usata con gli stessi scopi, ma più delicata. La coblazione, o “cool ablation” (ablazione fredda) si basa anch’essa sulla radiofrequenza, e produce una dissociazione molecolare, con tagli netti e precisi. Il tessuto “vaporizza” come plasma.

La neurolesione a radiofrequenza consiste nel ledere il nervo che si ritiene causa del dolore. La lesione avviene tramite la generazione di onde a radiofrequenza che permettono di ledere parzialmente (radiofrequenza pulsata) o completamente (radiofrequenza continua) la fibra nervosa interessata. La procedura viene eseguita in anestesia locale e richiede un ricovero in day hospital/day surgery. Le indicazioni principali per tale procedura sono le lombalgie/cervicalgie dovute a problemi delle faccette articolari della colonna, alcune neuropatie periferiche (ad esempio neuropatia del nervo grande occipitale per il trattamento della cefalea occipitale) e alcuni problemi articolari come la sacroileite cronica. Nel caso delle lombalgie/cervicalgie da artrosi delle feccette articolari, si va a ledere un particolare nervo che innerva quest’area permettendo in tal modo di “interrompere” il segnale del dolore garantendo la risoluzione della lombalgia. Nel caso delle infiammazioni croniche dell’articolazione invece bisogna andare a ledere tutti i nervi che garantiscono l’innervazione di quella struttura in modo da permettere una completa analgesia. Infine nel caso di lesioni nervose periferiche bisogna effettuare la procedura al livello o prima del danno neurologico in modo da non permettere al segnale doloroso di passare. In questo caso è possibile effettuare la procedura solo se il nervo non ha anche funzione motoria, per evitare un ulteriore danno radicolare