Uno degli argomenti meno noti e più controversi all’interno della medicina del dolore è la gestione dei pazienti con dolore pelvico perineale. Mentre tradizionalmente questi pazienti venivano gestiti da altri specialisti (urologi, ginecologi, fisiatri…) senza ottenere risultati convincenti e ripetibili, i recenti progressi tecnologici e scientifici ottenuti nella nostra disciplina hanno consentito di valutare nuovi campi di applicazione della neuromodulazione elettrica. Essendo questa area anatomica prevalentemente innervata dal nervo pudendo, è logico immaginare che questa struttura possa rappresentare il target ideale per un trattamento di neuromodulazione.

Il nervo pudendo origina dalle radici sacrali S2-S4 e contiene fibre sensitive, motorie e autonomiche. La sua area d’innervazione comprende gran parte delle strutture viscerali, muscolari e mucose dell’area pelvica-perineale. La principale patologia del nervo pudendo è la neuropatia da compressione: questa condizione clinica porta dolore pelvico, disfunzioni intestinali, vescicali e sessuali. Attualmente non vi è ancora alcun chiaro consenso su quale sia il miglior trattamento di questa patologia. Gli approcci conservativi includono terapie fisiche e l’utilizzo di farmaci anticonvulsivanti (compresi gabapentin o pregabalin), oppioidi, miorilassanti e antidepressivi triciclici. Ad oggi, comunque non risultano ancora studi randomizzati controllati per investigare l’efficacia di questi farmaci. Le infiltrazioni del nervo pudendo hanno dimostrato un’efficacia del 31% – 62%. La decompressione chirurgica del nervo pudendo è stata anch’essa valutata, ottenendo tassi di successo del 60% – 71%. Questi dati purtroppo non sono stati confermati da altri studi che invece suggeriscono tassi più bassi di efficacia del trattamento. Approcci terapeutici più recenti includono l’uso della neurostimolazione periferica dei nervi pudendi attraverso l’uso di un elettrocatetere adiacente al nervo stesso in fossa ischioanale. Questo approccio ha mostrato il 100% di successo in uno studio limitato alla valutazione di solo 2 pazienti. Anche la neurostimolazione epidurale del cono midollare e l’ablazione con radiofrequenza pulsata del nervo pudendo hanno dimostrato di essere efficaci in piccole popolazioni di pazienti. Il successo preliminare di queste tecniche di neuromodulazione elettrica è comunque incoraggiante e suggerisce che la neurostimolazione possa rappresentare una tecnica alternativa per fornire un sollievo dal dolore per i pazienti affetti da nevralgia del pudendo. Seguendo questa pista è stato recentemente pubblicato un case report in cui una donna con nevralgia del pudendo, dopo aver fallito trattamenti conservativi, ha ottenuto una prolungata e significativa analgesia con l’inserimento percutaneo di elettrocateteri permanenti attraverso i forami sacrali in modo da ottenere una neuromodulazione elettrica delle radici sacrali da cui origina il nervo pudendo.