La necrosi avascolare della testa del femore consiste nella morte di cellule nell’osso nella porzione apicale della testa del femore. L’area di morte cellulare (o necrosi) può essere variabilmente estesa. La conseguenza della necrosi è l’alterazione dell’anatomia della regione con perdita di forza dell’impalcatura dell’osso che determina un crollo in corrispondenza del polo superiore della testa. Si viene quindi a creare un avvallamento nella zona di carico con una deformazione della testa femorale.
E’ una malattia che colpisce prevalentemente il sesso maschile di età compresa tra i 50 ed i 60 anni.
L’origine della malattia è ancora discussa ma la causa è il marcato apporto di sangue in una zona della testa femorale.
Ne esistono due forme: la forma idiopatica, in cui non vi è una causa da correlare direttamente alla necrosi e la forma secondaria ad altri problemi.
La forma idiopatica, pur non riconoscendo un meccanismo iniziale si presenta più frequentemente in pazienti obesi, diabetici, affetti da disturbi della coagulazione, da dislipidemie o da iperuricemia. L’abuso di alcool è un altro serio fattore di rischio.
La forma secondaria è la diretta conseguenza di un’interruzione dell’apporto di sangue da parte delle arterie che nutrono la testa del femore. Questa evenienza si può verificare nelle fratture del collo del femore, nelle lussazioni femoro-acetabolari, nelle radioterapie locali per la cura di neoplasie, in pazienti sottoposti a terapie croniche con cortisone.
I SINTOMI
L’esordio tipico della necrosi della testa del femore consiste in un dolore inguinale con eventuale irradiazione lungo la faccia anteriore della coscia ad evoluzione progressiva. Più raramente i pazienti lamentano dolore gluteo.
Inizialmente il dolore viene accusato dopo sforzi prolungati, ma se la necrosi evolve compare anche a riposo e può essere esacerbato da un solo colpo di tosse. Nei quadri più gravi può portare a limitazione articolare e zoppia.
Nonostante la sintomatologia sia simile a quella della coxartrosi, la diagnosi di necrosi deve essere ipotizzata quando l’esordio del dolore è più brusco ed il paziente è giovane.
GLI ESAMI DIAGNOSTICI
La radiografia standard, in proiezione antero-posteriore del bacino e laterale dell’anca dolorosa sono sufficienti a diagnosticare la necrosi della testa del femore solo nelle fasi avanzate della malattia, quando la morte delle cellule ha già provocato un’alterazione dell’intensità e della sfericità dell’immagine.
I segni radiografici tipici della necrosi della testa femorale evolvono a seconda degli stadi della malattia e comprendono:
• Una iniziale sclerosi (aumento dell’intensità dell’immagine) in corrispondenza del profilo superiore della testa
• Un progressivo aumento della “lucentezza” della zona di sofferenza
• La comparsa di una zona di crollo dell’impalcatura ossea
Nonostante la radiografia possa essere insufficiente a fare diagnosi di necrosi della testa del femore nelle fasi iniziali, rappresenta sempre il primo esame da eseguire anche nel sospetto di malattia in un paziente giovane.
La risonanza magnetica è l’esame che va eseguito se il dolore persiste e la radiografia è negativa per lesioni. La risonanza è infatti in grado di evidenziare la sofferenza ossea della zona colpita dalla fase iniziale della necrosi, prima che vi sia alcun segno radiografico chiaro.
La zona di sofferenza vascolare appare come edematosa in presenza di testa femorale integra.
LA TERAPIA
La terapia dipende dallo stadio della malattia e quindi dal grado di sofferenza dell’osso.
I farmaci antidolorifici o antinfiammatori sono utili nell’alleviare la sintomatologia nelle prime fasi della malattia.
Il carico protetto con due stampelle è consigliabile per diminuire la pressione sulla zona sofferente
Le terapie fisiche come magnetoterapia, tecarterapia, onde d’urto sono utili solo nel caso il paziente non sia disposto ad affrontare un intervento chirurgico
La chirurgia conservativa trova indicazione solo nel caso di necrosi diagnosticata nelle fasi iniziali, quando cioè è ancora integra la cartilagine della testa del femore ed è presente solo l’area di sofferenza interna. In questo caso è possibile eseguire interventi di decompressione dell’area colpita mediante perforazioni dall’esterno o eseguire interventi più complessi di trapianti ossei con osso vascolarizzato. In centri specializzati le perforazioni (o decompressione del nucleo sclerotico) vengono recentemente associati a trapianto di osso sintetico associato a fattori di crescita o cellule staminali.
Nessuna delle terapie chirurgiche conservative risolve con certezza il problema, ma la terapia nello stadio più precoce possibile e l’intervento possono aumentare le probabilità di successo.
L’artroprotesi è l’unica terapia chirurgica eseguibile in caso di presenza di deformazione della testa femorale o segni artrosici già presenti. L’intervento chirurgico sostituisce l’articolazione malata con conseguente scomparsa immediata del dolore (vedi LA PROTESI D’ANCA)
Osteonecrosi testa femorale (stadio II): a sinistra quadro radiografico con lesione litica in corrispondenza del polo superiore della testa femorale (freccia); a destra risonanza magnetica che conferma l’estensione della necrosi.