L’Herpes zoster, comunemente chiamato Fuoco di Sant’Antonio, è una patologia a carico della cute e delle terminazioni nervose, causata dal virus della varicella infantile (varicella-zoster virus). Il suo nome deriva da due parole greche “serpente” e “cintura” che descrivono in modo molto appropriato una malattia dolorosa, come un serpente di fuoco che si annida all’interno del corpo e che a volte ha strascichi lunghi e invalidanti, provoca danni al sistema nervoso e produce molti dolori terribili.

 

Patogenesi

Il virus della varicella, terminato il suo corso, rimane nelle terminazioni nervose del cervello e gangli delle radici dorsali dei nervi spinali, dove coinvolge la guaina mielinica che riveste i nervi. In questa posizione può restare inattivo per molto tempo, ma in casi di debolezza sistemica (malattie concomitanti), esposizione eccessiva ai raggi solari, o franca immunodepressione, può riattivarsi e diffondere lungo il nervo. Le manifestazioni cliniche sono quindi evidenti sul dermatomero, ovvero la parte di cute innervata dalla stessa radice del nervo dorsale e in questo stadio viene chiamato herpes zoster.

 

Sintomi

Il primo segno dello Zoster è un formicolio, od un intorpidimento, in una ben circoscritta parte del corpo. Dopo alcuni giorni, in questa zona, che nel frattempo si è arrossata, compaiono grappoli di bollicine, che ricordano nell’aspetto quelle della Varicella e che si distribuiscono lungo il decorso del nervo o dei nervi in cui il virus era nascosto: più spesso sul torace, lungo le coste. Si viene, così, a formare una mezza cintura che ha dato il nome alla malattia. In greco antico, infatti, Zoster significa cintura, mentre gli inglesi chiamano la malattia “Shingles” che deriva dal latino “cingulum”, appunto cintura. Oltre l’eruzione può esserci malessere generale, febbre, brividi, mal di testa e di stomaco. Lo sfogo cutaneo non procura prurito, come nella Varicella, ma dolore o bruciore. Lo Zoster è, in realtà, un’infezione che danneggia i neuroni sensitivi, vale a dire quelle cellule del sistema nervoso specializzate nella trasmissione al cervello di tutto ciò che la pelle e gli organi di senso sono in grado di avvertire: caldo, freddo, dolore, sensazioni tattili, pressione e tante altre ancora. I neuroni, lesionati dal virus, in questo caso, inviano al cervello spiacevoli sensazioni dolorose. Il dolore può essere intenso, continuo, penoso  e alle volte così forte che la parte interessata, anche solo sfiorata lievemente, scatena violenti attacchi con contrazioni muscolari. Con il passare dei giorni, le bollicine sulla pelle si rompono e si formano delle croste. E’ in questa fase che il malato può infettare altre persone. Il fuoco di Sant’Antonio alle volte interessa la testa e poiché ogni tipo di nervo può essere colpito, può interessare i nervi dell’occhio o quelli dell’udito. Nel primo caso, il malato oltre al dolore al volto, potrebbe avere disturbi visivi sino alla cecità temporanea, mentre se sono interessati i nervi dell’orecchio ci saranno disturbi dell’udito. Quella dell’occhio è una forma piuttosto pericolosa, che impone un consulto specialistico immediato, poiché si possono avere infezioni sovrapposte con possibili gravi conseguenze per la vista.

 

Decorso

La formazione di vesciche e di croste è accompagnata da dolore acuto lungo il nervo interessato, che può durare per parecchio tempo. Di solito si manifesta sul torace o sull’addome, più raramente sul viso. In quest’ultimo caso può portare, se non curato, rapidamente anche alla cecità, ma potrebbe anche procurare forti dolori agli occhi, e alle orecchie. In questo caso potrebbe esserci una fuoriuscita di liquido giallognolo dall’odore acre. I dolori, acutissimi, colpiscono di solito un solo lato del busto, per poi irradiarsi agli arti o al viso. Se l’attacco è curato prontamente, le vesciche si seccano e guariscono più in fretta. In persone anziane si possono avere delle complicazioni chiamate nevralgie post-erpetiche. In questi casi le vesciche non guariscono mai completamente con problemi di sensibilità, prurito, intorpidimento e dolore. Inoltre è stato provato che un malato di Herpes Zoster, a contatto con un soggetto mai contagiato da varicella, può provocare l’insorgenza di questa malattia.

 

Complicanze

Per nevralgia posterpetica in campo medico, si intende una conseguenza dolorosa nata dall’herpes zoster, fra la possibile complicazioni della malattia questa è la più diffusa. Per prevenire la possibilità di insorgenza di tale nevralgia bisogna utilizzare sufficienti dose di analgesici nella fase acuta e ridurre la reazione infiammatoria. Creme contenenti Capsacina, sostanza ricavata dal peperoncino rosso, sono molto efficaci nel dar sollievo ai pazienti con nevralgia post-erpetica. Si è, inoltre, visto che alcuni farmaci, usati nella cura dell’epilessia, e perciò chiamati anticonvulsivanti, possono essere efficaci nella nevralgia post-erpetica, così come altri, usati per curare la depressione.

 

Quando rivolgersi al medico?

Se si sospetta che stia iniziando un attacco di herpes zoster; l’assunzione negli stadi precoci di farmaci antivirali può accorciare il decorso dell’infezione. – La manifestazione si diffonde sul volto, vicino agli occhi; il trattamento è fondamentale per poter evitare i possibili danni alla cornea. – L’area colpita si infetta con una patologia batterica secondaria (indicata dalla diffusione dell’arrossamento, dalla tumefazione, dalla febbre elevata, dalla presenza di pus); gli antibiotici possono bloccare la disseminazione. – Il rash perdura per più di 10 giorni senza miglioramento; il trattamento è fondamentale per evitare i potenziali danni ai tessuti nervosi. – Il dolore diventa talmente intenso da essere insopportabile; il medico può prescrivere analgesici più potenti per bloccare le terminazioni nervose sensitive.

 

Terapia

Le cure comprendono unguenti e lozioni locali, la protezione cutanea con garze sterili, gli antistaminici. Gli antibiotici per bocca sono utili solo se ci sono infezioni sovrapposte, e gli antidolorifici, dall’aspirina a quelli più potenti danno sollievo al malato. Nei casi di dolore molto forte possono essere praticate infiltrazioni locali di anestetici o impiegate creme e cerotti anestetici. Esistono farmaci antivirali (come Acyclovir e Valacylovir ed il Famcyclovir) che possono, quando assunti precocemente, accelerare la guarigione e aiutare a prevenire una temibile complicazione della malattia: la nevralgia post-erpetica