L’Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP) definisce il dolore come un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata a danno tissutale effettivo o potenziale, o descritta in termini di tale danno.

Pur essendo ampiamente documentato in letteratura che il dolore acuto, dopo aver esaurito la sua funzione iniziale di allarme, diventi rapidamente inutile e dannoso, il problema dell’oligoanalgesia durante il soccorso extraospedaliero è ancora un tema fortemente discusso.

Il dolore acuto provoca un malessere afinalistico e sproporzionato rispetto alla gravità dei fattori causali, oltre ad essere un sintomo scatenante risposte neurovegetativeneuroendocrine e psicologiche che incidono aggravando significativamente le condizioni generali dell’assistito.

Il dolore è considerato il più comune sintomo di malattia che porta la persona a interfacciarsi con un professionista della salute.

Équipe dell’emergenza impegnata sul territorio

Nel soccorso extraospedaliero, in condizioni di emergenza/urgenza, un tempestivo e adeguato trattamento del dolore potrebbe essere iniziato prima dell’arrivo in pronto soccorso nella maggior parte dei casi.

A causare l’accentuazione della sensazione dolorosa possono essere spesso semplici procedure come l’immobilizzazione delle fratture, la mobilizzazione o il trasporto verso l’ospedale.

Con l’approvazione della Legge 15 marzo 2010, n. 38 – “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”, si definiscono le linee guida per la realizzazione del progetto “Ospedale senza dolore”, che ha come nobile obiettivo quello di sensibilizzare nonché di modificare le abitudini e i comportamenti rispetto al tema del dolore, sia da parte dei professionisti della salute che da parte degli utenti.

L’art.7 della L. 38 del 15/03/010 rende obbligatoria la rilevazione del dolore, con le specifiche caratteristiche, la tecnica antalgica utilizzata, la sua evoluzione nel corso del ricovero, i farmaci somministrati con i relativi dosaggi ed il risultato antalgico conseguito.

Il dolore deve essere considerato come un quinto parametro vitale da rilevare, monitorare e annotare per tutti i pazienti insieme a: frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, pressione arteriosa e temperatura corporea.

Accertamento e misurazione

La comunità scientifica è concorde nel considerare il dolore un’esperienza multidimensionale. La percezione personale del dolore è quindi l’insieme di aspetti fisiologico-sensitiviaffettivo-motivazionalicognitiviculturali e comportamentali.

Gli aspetti psicologici possono essere in grado di generare, acuire, sostenere o contenere il dolore, rendendo l’esperienza dolorosa unica e diversa da soggetto a soggetto.

L’accertamento del dolore deve partire dalla premessa che il “dolore esiste” quando l’individuo afferma di percepirlo e che la persona è l’unica ad essere la vera conoscitrice del proprio dolore.

In primis è fondamentale distinguere tra accertamento e misurazione del dolore. L’accertamentoimplica la considerazione e valutazione di tutti gli aspetti e caratteri che compongono l’esperienza globale del dolore. Differentemente, la misurazione è riferita a un unico fattore dell’esperienza dolorosa quantificabile, ovvero l’intensità.

Nell’accertamento l’utente deve essere attivamente coinvolto e reso in grado di descrivere il proprio dolore indicandone, in particolare:

  • intensità
  • localizzazione
  • qualità
  • tempo e modalità di insorgenza
  • durata

Nelle situazioni cliniche acute, tipiche del soccorso extraospedaliero, deve essere riservata una particolare attenzione alle componenti sopra elencate nonostante la dimensione del dolore più semplice da valutare resti probabilmente l’intensità, attraverso apposite scale di valutazione.

Trattamento non farmacologico del dolore

Un appropriato trattamento del dolore richiede spesso l’associazione tra metodiche non farmacologiche e trattamenti farmacologici.

Il contesto extraospedaliero prevede sollecitazioni meccaniche legate alla movimentazione e al trasporto per cui, prima di utilizzare le tecniche farmacologiche e/o in loro combinazione, è opportuno mettere in pratica semplici comportamenti e procedure per alleviare il dolore e la sofferenza psichica correlata.

In caso di trauma, ad esempio, il primo provvedimento consiste nella corretta mobilizzazione/immobilizzazione del segmento corporeo interessato e/o nell’utilizzo di impacchi di ghiaccio.

Nei trattamenti non farmacologici del dolore rientra a pieno titolo la gestione dello stato d’ansia ad esso correlato attraverso un approccio empatico, partecipativo e rassicurante da parte di tutti i membri dell’équipe di soccorso.