Dolore cronico, la sensibilità individuale dipende anche dall’identità di genere

Dal sito “Pharmastar”:

Nelle persone che soffrono di dolore cronico, l’identità di genere può svolgere un ruolo più significativo rispetto al sesso genetico nella percezione del dolore, sottolineando la necessità di tenere conto di questa distinzione per fornire un approccio terapeutico più mirato. Sono le conclusioni proposte dagli autori di uno studio preliminare appena pubblicato sul Journal of Pain Research.

«La nostra ricerca mostra che il trattamento delle persone con dolore cronico dovrebbe essere basato sull’identità di genere e non sul sesso genetico» ha affermato Robert Sorge del Dipartimento di Psicologia del College of Arts and Sciences dell’Università dell’Alabama, a Birmingham.

I termini “sesso” e “genere” sono stati usati in modo intercambiabile nei rapporti che utilizzano soggetti umani, ma non sono gli stessi. Il sesso genetico/di nascita è definito da differenze biologiche tra maschi e femmine dovute alla genetica e agli ormoni. L’identità di genere si riferisce al senso sociale e costruito psicologicamente di sé stessi come uomo o donna, hanno scritto gli autori dello studio. Le persone transgender, le cui identità di genere non sono tradizionalmente associate al loro sesso genetico, sono state ignorate e sottovalutate in ambito sanitario.

Quando si parla di identità di genere e sessualità, le definizioni cisgender e transgender hanno significato opposto. Con cisgender si indica una persona che si riconosce nel sesso con il quale è nato, ovvero la sua sessualità coincide con la sua identità di genere. Una persona transgender invece non si riconosce nel proprio sesso.

Studio su persone con Hiv e dolore cronico
L’obiettivo dello studio era analizzare le differenze nelle risposte al dolore tra persone cisgender e transgender che partecipavano a una sperimentazione in corso che valutava l’effetto dell’Hiv sul dolore cronico, definito come dolore corporeo che era persistito per almeno tre mesi consecutivi, presente in almeno la metà dei giorni negli ultimi 6 mesi e confermato dalle cartelle cliniche.

Sono stati reclutati un totale di 51 partecipanti afro-americani (24 uomini cisgender, 20 donne cisgender, 7 donne transgender) con un simile status socioeconomico, dei quali sono stati registrati sesso genetico, identità di genere, depressione e ansia, gravità del dolore, interferenza del dolore e stigma correlato al dolore. I partecipanti hanno inoltre completato una batteria di test sensoriali quantitativi per valutare il dolore in risposta a un calore nocivo e a stimoli meccanici.

Donne transgender più a rischio di dolore cronico
I risultati hanno evidenziato che le donne transgender rispondono agli stimoli dolorosi in modo simile alle donne cisgender. Entrambi mostrano una maggiore sensibilità rispetto agli uomini alla stimolazione termica ripetuta, mentre le donne transgender sembrano più sensibili agli stimoli meccanici ripetuti.

In precedenza lo stesso team di ricerca aveva dimostrato che la sensibilità agli stimoli meccanici ripetuti era correlata alla gravità futura del dolore clinico. Quanto emerso nel nuovo studio evidenzia che le donne transgender potrebbero essere maggiormente a rischio di dolore cronico rispetto alle donne cisgender, indicando la necessità di ulteriori studi per approfondire la questione. Quindi, non solo l’identità di genere e il sesso genetico sono variabili distinte quando si parla di sensibilità al dolore, ma anche l’approccio terapeutico dovrebbe tenere conto di questa distinzione.

«Nei nostri studi precedenti abbiamo visto che le donne riportano una maggiore sensibilità al dolore rispetto agli uomini. Tuttavia, spesso gli studi considerano allo stesso modo i termini “sesso” e “genere”, ma questi nuovi dati suggeriscono che l’identità di genere può essere un fattore critico da considerare quando si fa riferimento alla sensibilità al dolore durante una sperimentazione» ha commentato l’autore senior dello studio Burel Goodin.

Bibliografia

Strath LJ et al. Sex and Gender are Not the Same: Why Identity Is Important for People Living with HIV and Chronic Pain. J Pain Res. 2020;13:829-835

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MM

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