Il dolore pelvico cronico

Il dolore pelvico si definisce cronico quando persiste, con costanza o ricorrenza ciclica, per oltre sei mesi.

Si tratta di una problematica diffusa tra le donne (si stima che ne soffra 1 donna su 4 tra i 18 e i 50 anni) e che rappresenta una delle principali cause di visita ginecologica.

Molteplici possono esserne le cause. Il dolore può, infatti, essere espressione di patologie di pertinenza ginecologica e non, poiché la pelvi accoglie non soltanto gli organi dell’apparato riproduttivo, ma anche urinario, gastroenterico, muscolo-scheletrico e nervoso.

La diagnosi è in genere “da esclusione”. Non sempre, però, è identificabile una causa vera e propria. E spesso più cause, di diversa competenza specialistica, interagiscono nell’insorgenza della sintomatologia dolorosa.

Quando il dolore diventa cronico, si crea come un “cortocircuito” a livello delle strutture nervose deputate alla sua elaborazione, responsabile dell’auto-mantenimento della sensazione dolorosa. Il dolore si trasforma così in vera e propria malattia, diventando un inseparabile compagno di viaggio, pervasivo in tutti gli ambiti della vita, affettivo-familiare, socio-relazionale e lavorativo.

È un dolore localizzato nella parte inferiore del tronco, sotto l’addome e tra le anche, e non comprende il dolore che si avverte esternamente, nell’area genitale (vulva). Molte donne ne soffrono e se si protrae per oltre 4-6 mesi è considerato cronico.
Il dolore può essere acuto o crampiforme (simile ai crampi mestruali) e di tipo intermittente. Può anche essere improvviso e trafittivo, oppure sordo e costante o una combinazione di queste situazioni. La sua intensità cresce gradualmente, talvolta arrivando a ondate. Spesso il dolore pelvico si manifesta in cicli corrispondenti al ciclo mestruale, cioè può verificarsi ogni mese poco prima o durante la mestruazione oppure a metà del ciclo mestruale, quando viene rilasciato l’ovulo (durante l’ovulazione).
La zona pelvica può essere dolente alla palpazione. A seconda della causa, alcune donne presentano una sanguinamento o una secrezione dalla vagina. Il dolore può essere anche accompagnato da febbre, nausea, vomito, sudorazione e/o stordimento.
 

Cause

 Di solito, il dolore pelvico non è dovuto a un disturbo grave e spesso è collegato al ciclo mestruale. Tuttavia, diversi disturbi che provocano dolore pelvico possono causare peritonite (infiammazione e di solito infezione della cavità addominale), una condizione grave. Fra i disturbi che possono causare il dolore pelvico ricordiamo:

  • Disturbi ginecologici che interessano gli organi dell’apparato riproduttivo (vagina, cervice, utero, tube di Falloppio e ovaie)
  • Disturbi che interessano altri organi pelvici come vescica, retto o appendice
  • Disturbi che interessano gli organi vicini ma esterni alla zona pelvica, come parete addominale, intestino, reni, ureteri o parte inferiore dell’aorta.
Spesso per i medici non è facile identificare un disturbo.

Patologie ginecologiche

I disturbi ginecologici possono essere legati al ciclo mestruale, ma possono anche non esserlo. Le cause più comuni sono:
  • Crampi mestruali (dismenorrea)
  • Dolore a metà del ciclo mestruale (mittelschmerz), che si manifesta durante l’ovulazione
  • Endometriosi (placche di tessuto localizzate in modo anomalo anziché solamente nell’epitelio uterino)
Molte altre patologie ginecologiche possono provocare dolore pelvico.
Altri disturbi
Le cause comuni includono
  • Disturbi del tratto digerente: sindrome dell’intestino irritabile, gastroenterite, malattia infiammatoria intestinale, appendicite, diverticolite, stipsi, blocco o lacerazione (perforazione) dell’intestino, raccolta di pus (ascessi) e tumori (maligni o no), come il tumore del colon
  • Disturbi delle vie urinarie: infezioni (come cistite), calcoli del tratto urinario (come i calcoli renali) e infiammazione della vescica senza infezione (come la cistite interstiziale)
  • Patologie muscoloscheletriche: separazione delle ossa pubiche dopo il parto, fibromialgia e stiramento dei muscoli addominali
    Altri disturbi: ascessi nella pelvi e dilatazione della parte inferiore dell’aorta (aneurisma dell’aorta addominale).I fattori psicologici, soprattutto lo stress e la depressione, possono contribuire a qualsiasi tipo di dolore, compreso quello pelvico, anche se di per sé raramente ne sono la causa La forma cronica colpisce molte donne vittime di abusi fisici, psicologici o sessuali e spesso ne soffrono le ragazze che hanno subito violenza sessuale. In queste donne e ragazze, i fattori psicologici possono aggravare il dolore
Valutazione

Se una donna lamenta l’improvvisa comparsa di un grave dolore all’addome inferiore e alla pelvi, i medici devono stabilire rapidamente la necessità di un intervento chirurgico d’urgenza, che si rende necessario nei seguenti casi: appendicite, rottura di una gravidanza ectopica (una gravidanza in posizione anomala, extrauterina), torsione di un ovaio, rottura di un ascesso pelvico, lacerazione intestinale e aneurisma dell’aorta addominale. I medici verificano la presenza di una gravidanza in tutte le ragazze e le donne in età fertile.

 

Segnali d’allarme
Nelle donne che soffrono di dolore pelvico, alcuni sintomi sono fonte di preoccupazione:Stordimento, improvvisa perdita di coscienza, per quanto breve (svenimento o sincope) o pressione sanguigna eccessivamente bassa (collasso)Sanguinamento vaginale dopo la menopausaFebbre o brividiDolore forte, improvviso, specie se accompagnato da nausea, vomito, eccessiva sudorazione o agitazione.
Quando rivolgersi a un medico? È opportuno che le donne che presentano segnali d’allarme parlino immediatamente con un medico. Tuttavia, se l’unico segnale d’allarme è il sanguinamento vaginale dopo la menopausa, le donne possono aspettare una settimana circa prima di consultare il medico. Se una donna che non ha segnali d’allarme accusa un nuovo dolore costante che peggiora in modo stabile è opportuno che si rivolga al medico. Se il nuovo dolore non è costante e non peggiora, la visita può essere programmata senza urgenza, di solito rinviarla anche di parecchi giorni non è rischioso. Un dolore pelvico ricorrente o cronico prima o poi deve essere valutato da un medico. Crampi leggeri e dolore associati alle mestruazioni sono normali e non richiedono valutazioni del medico, a meno che il dolore non sia eccessivo.
Come procede il medico
Una volta accertatosi che la donna non necessiti di un intervento chirurgico urgente, il medico si informa dei sintomi e dell’anamnesi. quindi eseguono un esame obiettivo. In base ai risultati dell’esame obiettivo e dell’anamnesi, sarà in grado di suggerire una causa e gli eventuali esami da effettuare. I medici si informano innanzitutto sul dolore:
  • Se è iniziato bruscamente o gradualmente
  • Se è acuto o sordo
  • Quanto è grave
  • Quando si manifesta in relazione con il ciclo mestruale, durante i pasti, il sonno, i rapporti sessuali, l’attività fisica, la minzione e l’evacuazione
  • Se intervengono altri fattori per peggiorare o alleviare il dolore
Il medico chiede degli altri sintomi, come sanguinamenti vaginali, secrezioni e sensazione di stordimento; di descrivere le precedenti gravidanze e mestruazioni; se ha accusato altri disturbi che possano causare dolore pelvico e se ha subito in passato interventi chirurgici a livello di addome o pelvi. Il medico, inoltre, può informarsi circa lo stress, la depressione e altri fattori psicologici al fine di determinare se possono aver contribuito all’insorgenza del dolore, specie se cronico. Alcuni gruppi di sintomi suggeriscono il tipo di disturbo. Ad esempio:
  • febbre e brividi indicano infezione;
  • una secrezione vaginale indica una malattia infiammatoria;
  • perdita di appetito, nausea, vomito, alleviamento o peggioramento del dolore durante la defecazione suggeriscono un disturbo del tratto digerente;
  • il sanguinamento vaginale è segno di crampi mestruali, gravidanza ectopica o eventuale aborto spontaneo.
Si giunge alla diagnosi di crampi mestruali solo dopo aver escluso cause più gravi. L’esame obiettivo è incentrato su addome e pelvi. Il medico procede delicatamente alla palpazione dell’addome ed esegue un esame pelvico, che lo aiuta a individuare gli organi interessati e la presenza di un’eventuale infezione. Spesso i medici controllano anche il retto per eventuali anomalie.