Cannabis medica, 3 mesi di terapia migliorano la qualità di vita nei pazienti con dolore cronico

Dal sito “Pharmastar”: Un recente lavoro apparso su Mental Health Clinician ha evidenziato che dopo tre mesi di trattamento con cannabis medica i pazienti con dolore cronico migliorano la loro qualità di vita, hanno dolore ridotto e consumano meno oppioidi. Anche i costi sanitari risultano sensibilmente diminuiti.

Il dolore cronico è spesso complesso può derivare sia da meccanismi di dolore nocicettivo che da quello neuropatico. Le opzioni di trattamento classicamente utilizzate non sono sempre efficaci e sicure.

Oggi per alcune forme di dolore cronico si comincia ad utilizzare la cannabis medica (CM); prove a supporto dell’efficacia di quest’ultima per il trattamento del dolore cronico e refrattario stanno aumentando.
Le molecole responsabili della maggior parte degli effetti farmacologici del farmaco sono due composti presenti nella cannabis, delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e cannabidiolo (CBD).

In questo studio retrospettivo è stata valutata l’efficacia della CM nei pazienti affetti da dolore cronico.
L’outcome primario era di confrontare la qualità della vita attraverso il questionario European Quality of Life 5 Dimension Questionnaire (EQ-5D) e attraverso lo score Pain Quality Assessment Scale (PQAS) al basale e 3 mesi post-terapia.

I risultati secondari comprendevano il confronto dei costi di prescrizione analgesica mensili e il consumo di oppioidi pre e post terapia. La tollerabilità è stata valutata dall’incidenza di effetti collaterali.
Nell’ indagine sono stati inclusi 29 soggetti (10 maschi e 19 femmine) che avevano le seguenti diagnosi per cui è approvata la CM in America: danno del tessuto spinale (n=20, 70%), neuropatie (n=3, 10%), cancro (n=3, 10%), malattia dell’intestino irritabile (n=2, 7%), e Malattia di Parkinson (n=1, 3%).

Tre pazienti nel campione analizzato soffrivano di dolore cronico da cancro e 26 (90%) di dolore cronico non oncologico. La durata media della malattia era 16 ±7 anni.
I risultati hanno mostrato che la qualità della vita e del dolore erano migliorati, misurati dalle variazioni del questionario EQ-5D da 36.08 ± 19.85 al baseline a 64.43 ± 19.15 dopo 3 mesi di trattamento (p<0,0001) .

Il dolore parossistico diminuiva da 6,76 a 2,04 (p<0,0001); alla superficie da 4,20 a 1,30 (p<0,0001); quello profondo da 5,87 a 2,03 (p<0,0001).
Il consumo di oppioidi si è ridotto da 79,94 (da 0 a 450) a 19,65 (da 0 a 150) equivalenti di morfina al giorno (p<0,05). I costi mensili di prescrizione per analgesici sono diminuiti da 354,70 dollari pre-intervento a 241,10 post-intervento.

Gli eventi avversi riportati dopo 1 mese hanno incluso bocca secca (n=6, 21%), capogiri (n=1,3%) e aumento dell’appetito (n=1, 3%). Dopo 3 mesi di terapia, la secchezza delle fauci (n=3, 10%) è stato l’unico evento avverso segnalato.

In conclusione, dopo 3 mesi di trattamento, la cannabis medica migliora la qualità della vita, riduce il dolore e l’uso di oppioidi e porta a risparmi sui costi. Sono necessari ampi studi clinici randomizzati per valutare ulteriormente il ruolo di tale sostanza nel trattamento del dolore cronico.

Bellnier T et al., Preliminary evaluation of the efficacy, safety, and costs associated with the treatment of chronic pain with medical cannabis. Ment Health Clin. 2018 Apr 26;8(3):110-115. doi: 10.9740/mhc.2018.05.110. eCollection 2018 May.

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MM

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