La coxartrosi può essere di tipo idiopatico oppure di tipo secondario: è idiopatica, quando insorge per motivi non individuabili; è secondaria, invece, quando è la conseguenza di un trauma, una frattura, un’infezione ecc.
La sintomatologia connessa alla coxartrosi comprende tre stadi di gravità: dal primo al terzo stadio, le manifestazioni cliniche si fanno mano a mano più intense e debilitanti per il paziente.
Il trattamento dipende principalmente dalla severità del quadro sintomatologico: in presenza di sintomi lievi o moderati, è indicata una terapia conservativa; viceversa, in presenza di sintomi molto gravi, è necessaria una terapia chirurgica. L’articolazione dell’anca, o più semplicemente anca, è composta da un’impalcatura scheletrica, al cui sostegno concorrono una serie di muscoli e legamenti.

L’anca è una delle articolazioni più grandi del corpo umano e appartiene alla famiglia delle enartrosi. Nelle enartrosi, una porzione ossea convessa alloggia in una porzione ossea concava; tale struttura, assieme ai legamenti che la circondano, gode di un’ampia mobilità.
Per ridurre le frizioni interossee e gli urti da impatto, l’anca – allo stesso modo di altre articolazioni simili – è circondata da liquido sinoviale e da cartilagine. Se ne fosse priva, le superfici ossee andrebbero incontro a deterioramento, in conseguenza a sfregamenti e/o attrito.
Grazie all’anca, l’uomo è in grado di assumere la stazione eretta, camminare, correre ecc.
Coxartrosi è sinonimo di artrosi dell’anca; essa è il tipo di artrite più diffuso nell’essere umano. In medicina, il termine artrite indica la presenza di uno stato infiammatorio a livello di una o più articolazioni.
Infatti, la degenerazione della cartilagine articolare comporta un assottigliamento dello strato cartilagineo, che ricopre le superfici ossee degli elementi costituenti l’anca.Dall’assottigliamento dello strato cartilagineo deriva che le superfici ossee sfregano tra di loro, producendosi in un fenomeno del tutto anomalo, che causa infiammazione.
I più importanti fattori di rischio della coxartrosi sono: l’età avanzata, l’appartenenza al sesso femminile, una storia passata di infortuni articolari all’anca, la sedentarietà, l’obesità/sovrappeso, il diabete e la presenza di particolari forme di artrite, quali l’artrite reumatoide o la gotta.
Coxartrosi monolaterale e bilaterale
La coxartrosi può essere monolaterale – cioè interessare una soltanto delle due articolazioni dell’anca – oppure bilaterale – ossia colpire entrambe le articolazioni dell’anca.
La monolateralità e la bilateralità dipendono dagli elementi che favoriscono la degenerazione della cartilagine articolare.
Dal dolore dipendono un’incapacità di movimento più o meno accentuata e una certa rigidità articolare.
- Primo stadio. È lo stadio iniziale e meno grave della coxartrosi. In questa fase, i pazienti soffrono di dolori periodici a livello di dove risiede l’anca infiammata, scatenati, il più delle volte, da un’attività fisica di moderata/elevata intensità. La coxartrosi al primo stadio è una condizione alquanto subdola, in quanto, con il riposo dell’arto inferiore sofferente, la sensazione dolorosa tende a scomparire molto rapidamente e in maniera quasi completa. Ciò induce chi è portatore del problema a trascurare la sintomatologia dal carattere periodico e a non riferirla a un medico o a un esperto in materia di osteoartrite.
- Secondo stadio. È lo stadio intermedio della coxartrosi. In questa fase, il dolore assume nuovi connotati: innanzitutto, è più intenso, rispetto al primo stadio; in secondo luogo, riguarda una zona anatomica più ampia, interessando anche l’area inguinale e la parte anteriore della coscia; in terzo luogo, può comportare un senso di pressione o bruciore; infine, in ultima istanza, può comparire non solo in occasione di un movimento o un’attività fisica di una certa intensità, ma anche a riposo.
L’intensità del dolore, che caratterizza il secondo stadio, è tale per cui i pazienti hanno difficoltà a compiere determinati movimenti con l’arto sofferente: la sensazione dolorosa in atto, quindi, pregiudica la mobilità articolare dell’anca infiammata. - Terzo stadio. È lo stadio finale della coxartrosi, il più grave. In questa fase, il dolore diventa una sensazione particolarmente intensa, costante (dolore cronico) e diffusa. I movimenti dell’anca risultano fortemente pregiudicati, al punto che i pazienti lamentano difficoltà anche durante una semplice camminata, nel fare le scale e nell’utilizzare la bicicletta.
Complicanze
In genere, le complicanze della coxartrosi sono una conseguenza del terzo stadio sintomatologico.
Infatti, il dolore cronico e la ridotta capacità di movimento dell’anca influiscono negativamente sulla qualità di vita dei pazienti, in quanto questi lamentano un malessere continuo e hanno problemi a spostarsi a piedi anche per brevi tratti.
La sedentarietà obbligata, a cui sono costretti i portatori di una coxartrosi al terzo stadio, causa un’atrofia dei muscoli dell’intero arto inferiore (polpacci in particolare) a carattere progressivo.
È importante ricordare ai lettori che l’individuazione di una coxartrosi a uno stadio iniziale comporta un trattamento meno invasivo e una tendenza minore a sviluppare complicazioni.
ESAME OBIETTIVO E ANAMNESI
L’esame obiettivo è l’insieme di manovre diagnostiche, effettuate dal medico, per verificare la presenza o assenza, nel paziente, dei segni indicativi di una condizione anomala.
Per esempio, in caso di sospetta coxartrosi, una delle classiche manovre diagnostiche consiste nel testare i movimenti dell’anca del paziente, così da valutare quali risultano dolorosi o meno.
L’anamnesi, invece, è la raccolta e lo studio critico dei sintomi e dei fatti d’interesse medico, denunciati dal paziente o dai suoi familiari (N.B: i familiari sono coinvolti, soprattutto, quando il paziente è piccolo).
In presenza di sospetta coxartrosi, l’anamnesi può fornire una vasta gamma di informazioni, in merito ai possibili fattori che hanno indotto il processo infiammatorio a carico dell’articolazione dell’anca.
ESAMI DI DIAGNOSTICA PER IMMAGINI
Gli esami di diagnostica per immagini rappresentano un valido strumento, per valutare l’entità della degenerazione cartilaginea articolare e l’eventuale interessamento degli altri tessuti connettivi che circondano l’articolazione dell’anca (es: legamenti, membrana sinoviale ecc).
ARTROSCOPIA DIAGNOSTICA
L’artroscopia a scopo diagnostico è un intervento chirurgico minimamente invasivo, a cui i medici ricorrono quando i precedenti esami sono risultati poveri di informazioni utili e la situazione presenta ancora dei punti di domanda (per esempio, è ancora incerta l’entità del danno cartilagineo).
Dal punto di vista pratico, consiste nell’osservare dall’interno l’articolazione dolente, tramite uno strumento – il cosiddetto artroscopio – munito di una telecamera, una fonte luminosa e un collegamento a un monitor.
Infatti, in presenza di una coxartrosi al primo stadio o comunque caratterizzata da una sintomatologia molto lieve, i medici optano generalmente per una terapia di tipo conservativo (o non chirurgico); al contrario, in presenza di una coxartrosi a uno stadio avanzato o comunque contraddistinta da una sensazione dolorosa cronica e severa, scelgono di norma per una terapia di tipo chirurgico.
TERAPIA CONSERVATIVA
Prima di procedere con la descrizione dei trattamenti conservativi, è bene precisare che queste terapie rappresentano soltanto un rimedio per alleviare la sintomatologia; quindi, non sono in grado di limitare, né tantomeno di invertire, il danno alla cartilagine articolare, il quale continuerà inesorabilmente a persistere e a peggiorare a poco a poco.
Tra i possibili trattamenti di tipo conservativo, indicati in caso di coxartrosi, rientrano:
- L’assunzione di condroprotettori sotto forma di integratori alimentari.
- La somministrazione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). In questi frangenti, il FANS più prescritto è l’ibuprofene;
- La somministrazione di farmaci antidolorifici, che riducono la sensazione dolorosa;
- La sospensione di tutte quelle attività che favoriscono la comparsa del dolore. Esistono attività alternative, la cui esecuzione non comporta fastidio, malessere ecc;
- La fisioterapia, per il rinforzo e l’allungamento dei muscoli degli arti inferiori, con una particolare attenzione verso l’arto inferiore a cui appartiene l’anca infiammata;
- Le iniezioni di acido jaluronico.
TERAPIA CHIRURGICA
Esistono due tipologie di trattamento chirurgico: l’intervento in artroscopia per il rimodellamento della cartilagine articolare e l’intervento di protesi d’anca.
L’intervento in artroscopia per il rimodellamento della cartilagine articolare è una procedura minimamente invasiva, che i medici riservano ai casi di moderata gravità e non rispondenti ai trattamenti conservativi.
L’intervento di protesi d’anca, invece, è una procedura assai invasiva e delicata, che i medici scelgono in caso di coxartrosi molto grave e non rispondente a qualsiasi altro tipo di trattamento (artroscopia compresa).
Tuttavia, è bene sottolineare che, oggi, grazie ai continui progressi della medicina, i pazienti possono contare su trattamenti davvero efficaci, anche soltanto contro la sintomatologia dolorosa indotta dalla coxartrosi.
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