Dal sito “Pharmastar“:
Dopo un intervento chirurgico di sostituzione dell’articolazione del ginocchio o dell’anca, i più forti predittori di un uso elevato di farmaci antidolorifici sono risultati essere l’età avanzata, l’obesità e la presenza di più comorbidità, come anche l’impiego di analgesici preoperatori. È quanto emerge da uno studio finlandese appena pubblicato sulla rivista Arthritis Research & Therapy.
«Tra i pazienti con un indice di massa corporea superiore a 35, il rapporto di rischio aggiustato per l’uso di un qualsiasi farmaco analgesico un anno dopo la procedura era di 1,4» hanno scritto il primo autore dello studio Tuomas Jaakko Rajamäki e i colleghi della Tampere University, in Finlandia. Inoltre, il rapporto di rischio aggiustato per l’uso postoperatorio di antidolorifici era di 2,6 tra quanti avevano riportato un uso preoperatorio di questi farmaci.
Anche se la sostituzione dell’anca e del ginocchio viene eseguita per ridurre il dolore e recuperare la funzionalità nei pazienti con artrosi in fase avanzata, il 10-20% dei pazienti continua a soffrire di dolore persistente dopo l’intervento chirurgico, una conseguenza che può portare a un uso a lungo termine di analgesici, nonostante il rischio di effetti collaterali legato all’uso di oppioidi e farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), in particolare tra gli individui più anziani e quelli con comorbidità.
Di recente l’attenzione si è concentrata principalmente sull’uso eccessivo di oppioidi nella popolazione generale, ma non sono disponibili molte informazioni sulle caratteristiche del paziente e i fattori di rischio associati a un uso elevato postoperatorio di analgesici, non solo di oppioidi ma anche di paracetamolo e FANS, hanno riferito gli autori dello studio.
Un’ampia casistica di sostituzioni articolari
Per questo motivo i ricercatori hanno riesaminato i dati di quasi 14mila sostituzioni articolari (6.238 anche e 7.501 ginocchia) dovute a problemi di artrosi in un ospedale ortopedico in Finlandia dal 2002 al 2013. Le informazioni sull’uso degli analgesici sono state ricavate da un registro nazionale di prescrizione di farmaci.
L’età media dei pazienti era di 68,7 anni, il 61,1% era di sesso femminile e il BMI medio era 29,1. Il punteggio medio del Charlson Comorbidity Index (una metodica utilizzata per prevedere la sopravvivenza a 10 anni nei pazienti con comorbidità multiple e il consumo di risorse sanitarie e ospedaliere) era pari a 1 in circa il 20% dei pazienti e superiore a 2 nel 7% dei casi (un punteggio uguale o superiore a 5 è in genere espressione di grave impegno clinico).
A 1 anno dall’intervento, il 26,1% dei pazienti aveva ricevuto una o più prescrizioni di farmaci contro il dolore, tra cui FANS (15,5%), paracetamolo (10,1%) e oppioidi (6,7%).
Influenza di età e sesso
L’età è emersa come un chiaro predittore dell’uso di analgesici, riportato dal 29% dei soggetti con età superiore ai 75 anni, dal 26,2% di quelli tra 65 e 75 anni e dal 23,7% dei pazienti al di sotto dei 65 anni (p<0,001). In un modello adattato, le persone con più di 75 anni avevano un rapporto di rischio di 1,2 per l’uso di analgesici rispetto a quelli con meno di 65 anni. Il rapporto di rischio tra i pazienti più anziani era più elevato anche per il paracetamolo (2,2), ma inferiore per i FANS (0,77).
Le donne hanno necessitato più spesso di una prescrizione di analgesici rispetto agli uomini (28,8% vs 22% p<0,001) e avevano un rapporto di rischio più elevato per l’uso di un qualsiasi analgesico (1,2), come anche per paracetamolo (1,4) e FANS (1,2).
Quando i ricercatori hanno considerato una sostituzione articolare specifica, hanno scoperto che un numero maggiore di pazienti sottoposti a un intervento chirurgico al ginocchio piuttosto che all’anca faceva uso di un qualsiasi analgesico dopo l’intervento (28,8% vs 23% p<0,001).
Influenza di obesità e comorbidità
L’obesità grave, intesa come un BMI superiore a 35, non solo era associata all’uso postoperatorio di un qualsiasi analgesico, ma anche delle singole tipologie:
- Paracetamolo RR 1,6
- FANS RR 1,5
- Oppioidi RR 1,4
Inoltre, i soggetti con il BMI più alto avevano anche un maggior uso preoperatorio di analgesici (RR 1,3). I rapporti di rischio per l’uso preoperatorio e postoperatorio sono risultati elevati anche per quanti avevano valori di BMI nel range inferiore di obesità, tra 30 e 35 (RR 1,1).
«La nostra scoperta principale è che l’obesità era associata a un rapporto di rischio più elevato per il consumo di tutti i farmaci analgesici presi in esame, sia prima che dopo l’intervento», hanno osservato i ricercatori.
Anche la presenza di comorbilità ha aumentato il rischio di uso di analgesici da parte dei pazienti. Per coloro il cui Charlson Comorbidity Index era pari a zero, il 24,1% aveva ricevuto prescrizioni per un qualsiasi analgesico, rispetto al 30,7% in quanti avevano un punteggio pari a 1 e al 33,1% di quelli con un punteggio di 2 o superiore. In un modello aggiustato, un punteggio di 2 o superiore era associato all’uso di un qualsiasi analgesico (RR 1,2) come anche all’impiego di paracetamolo (RR 1,4) e oppioidi (RR 1,8).
«È straordinario che l’età avanzata e la presenza di più comorbilità prevedessero l’uso di analgesici nonostante questi pazienti fossero anche i più vulnerabili agli effetti collaterali di questi farmaci» hanno concluso gli autori. «I clinici dovrebbero informare i pazienti obesi, in particolare se hanno un BMI> 35 kg/m2, riguardo al rischio elevato di un uso prolungato di analgesici (compresi gli oppioidi) dopo questo tipo di intervento chirurgico»
Bibliografia
Rajamäki TJ et al. Predictors of the use of analgesic drugs 1 year after joint replacement: a single-center analysis of 13,000 hip and knee replacements. Arthritis Res Ther 2020.
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